I Moai dell’isola di Pasqua, realizzati da Urban Solid, sculture di grandi dimensioni che rappresentano nella loro sintesi un’intera civiltà vengono immersi nel contesto urbano contemporaneo. Imbrattati come i muri o come i monumenti delle nostre città, acquisiscono un nuovo significato. Diventando, così, testimoni della mancanza di cultura che guida la mano di chi compie l’inutile gesto vandalico.
Attraverso la vandalizzazione, il Moai, simbolo di una civiltà che ha distrutto il suo ecosistema, viene alterato nei suoi significati, sfigurato, sporcato e uniformato al nuovo contesto urbano che lo ospita. Questa nuova dimensione urbana genera un effetto specchio: siamo capaci di cogliere la distruzione e il depauperamento ambientale e culturale solo osservando contesti lontani da noi, non accorgendoci del disfacimento che ci riguarda più da vicino, quello della realtà in cui siamo immersi.
Le installazioni “doorway to”, volumi generati dalla sovrapposizione di livelli bidimensionali, si configuarano come forme inedite e colorate nelle vie di Brera. La stratificazione della storia che genera il presente contro l’estemporaneità di un gesto che compromette il passato ci pone di fronte alla fragilità del futuro.